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ENERGIA

SALVARE IL PIANETA È POSSIBILE MA SOLO CON IL NUCLEARE

PERICOLO IN ITALIA?

SE SALTANO GLI ALTRI SALTIAMO ANCHE NOI

IMPIANTI NUCLEARI ATTIVI IN EUROPA

FRANCIA 58
RUSSIA 36
UCRAINA 15
GRAN BRETAGNA 15
SVEZIA 10
GERMANIA 8
SPAGNA 7
BELGIO 7
REP. CECA 6
SVIZZERA 5
FINLANDIA 4
UNGHERIA 4
SLOVACCHIA 4
BULGARIA 2
ROMANIA 2
SLOVENIA 1
OLANDA 1
0
TOTALE UE
0
TOTALE EUROPA

TASSO DI MORTALITÀ PER ENERGIA PRODOTTA

Uno studio dell’ IAEA, ovvero dell’ Agenzia Internazionale dell’Energia Atomica, inerente al numero dei morti per miliardo di KWh prodotti ha rivelato che il carbone è in assoluto il combustibile più letale, più del petrolio, del gas naturale, dell’idroelettrico e delle altre fonti di energia rinnovabile.

Poca incidenza, invece, per il nucleare, che risulta essere la fonte di energia più sicura al mondo nonostante il terrorismo mediatico legato ad esso.

Per fare un confronto: nel 1975 il collasso di 62 dighe nella provincia di Henan in Cina portò alla morte di un numero compreso tra le 171.000 a 320.000 persone, mentre le vittime accertate del più grave incidente nucleare della storia, quello di Chernobyl, sono 66, 4000 secondo l’Onu che conta i decessi per tumori derivanti dalla nube tossica.

CARBONE (Cina) 170.000
CARBONE (Usa) 10.000
PETROLIO 36.000
BIOCARBURANTI 24.000
GAS NATURALE 4.000
IDROELETTRICO 1.400
SOLARE 440
EOLICO 150
NUCLEARE 90

È necessario ripensare le scelte politiche che hanno portato al blocco dello sviluppo nucleare in Italia, sensibilizzare seriamente la popolazione sul tema, anche in previsione degli sviluppi della fusione nucleare. Proprio in merito a quest’ultima, l’Italia è tra i pionieri della ricerca sulla fusione, con un programma che ha budget medio annuale di circa 60 milioni di euro e che vede impegnati circa 600 tra ricercatori e tecnologi. La fusione nucleare è considerata una delle opzioni migliori per garantire una vasta fonte di energia sicura, rispettosa dell’ambiente e praticamente inesauribile. Una politica nucleare nel futuro deve trovare già una base oggi, agevolando la formazione all’estero ma soprattutto il rientro in patria dei numerosi tecnici, fisici ed ingegneri che, causa blocco degli sviluppi italiani, hanno trovato lavoro in quelle nazioni che invece producono energia atomica.

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